Abbiamo avuto il piacere e l’onore di rivolgere alcune domande alla lighting designer di fama internazionale sul suo progetto di illuminazione alla Cattedrale di Anversa e sulla sua personale filosofia della luce. Buona lettura.
Dopo alcuni anni dall’installazione, il lighting design realizzato da lei e dal suo team alla Cattedrale di Anversa è ancora al centro dell’attenzione internazionale. Cosa comporta un progetto di questo livello in termini di progettazione illuminotecnica?
È stato un lavoro complesso per le dimensioni dell’edificio (120 metri di altezza), per l’impossibilità di scegliere liberamente i punti da cui proiettare. Per installare dei proiettori è infatti necessario ottenere il permesso dai proprietari degli edifici, a cui si aggiunge la difficoltà di far arrivare i cavi in determinati punti o la predisposizione per una futura manutenzione. Il committente ha dunque chiesto che si mantenessero il più possibile le posizioni esistenti. Un altro aspetto è quello della posizione dell’edificio all’interno del tessuto storico della città, con strade strette e da cui si percepiscono solo porzioni dell’edificio e con punti di vista molto distorti. Noi abbiamo lavorato sovrapponendo livelli di illuminazione generale, ottenuti con proiezione ed a distanza, ad un’illuminazione d’accento installata direttamente sull’edificio. Tutto ciò ha richiesto un lavoro di simulazione in 3D molto dettagliato, verifiche in loco tramite dei test e lo sviluppo di dettagli molto accurato per quanto riguarda la stesura dei cavi d’alimentazione e di controllo nonché di installazione degli apparecchi senza bucare le pietre o rovinare l’edificio.
Per quanto ci riguarda, siamo orgogliosi di aver preso parte a questo progetto con uno dei nostri prodotti di punta, Jasper. Quali sono le specifiche di prodotto e i requisiti progettuali che l’hanno condotta a questa scelta?
Come dicevo sopra l’illuminazione a proiezione si trova in punti fissi, non sempre simmetrici e a grande distanza (50/60 metri). L’apparecchio Jasper è stato scelto grazie al fascio molto stretto ed al flusso potente. Volevamo porre un accento sull’orologio della torre, posto a circa 80 metri di altezza, senza macchiare eccessivamente il resto della torre.
Anno
2022
Foto di Benno van den Bogaert
Foto di Benno van den Bogaert
Foto di Benno van den Bogaert
Foto di Benno van den Bogaert
Foto di Benno van den Bogaert
Foto di Benno van den Bogaert
Questo è un progetto
a luce bianca dinamica. Secondo lei la luce colorata dinamica ha delle
potenzialità inespresse o ancora da scoprire? Che valenza può assumere il
colore nella valorizzazione di un’installazione moderna o storica? Esistono
contesti in cui è preferibile l’utilizzo della luce
colorata?
Non è, purtroppo, un progetto a luce bianca dinamica. Lo era
inizialmente ma poi, per esigenze di budget, si è scelto di lavorare a seconda
dei materiali con 3000K e 4000K. Penso che il bianco dinamico sia molto
interessante, la cattedrale ad esempio, se vista dalla Groenplaats appare molto
più chiara rispetto alla percezione che si ha di fronte, dall’Handschoenmarkt e
questo nonostante la pietra sia la stessa, il colore della luce sia uguale e
così via. L’ambiente circonstante è diverso, colori, altezze, vegetazione e
dunque la percezione cambia. Il bianco dinamico avrebbe permesso di modificare
la percezione dell’edificio non solo in base a questi fattori ma anche a situazioni
legate alle funzioni dell’edificio dove magari un aspetto più severo e neutro o
più caldo ed accogliente avrebbe passato un messaggio a livello sensoriale,
conferendo valore aggiunto al nuovo sistema di illuminazione di edifici
determinanti per l’identità di un luogo. Personalmente non amo il colore
nell’illuminazione permanente di edifici storici, penso sia interessante come
intervento temporaneo o occasionale. In ogni caso queste scelte dipendono dalla
pianificazione e dagli obiettivi della pubblica amministrazione a livello di
immagine notturna della città. Personalmente non amo il colore nell’illuminazione
permanente di edifici storici, penso sia interessante come intervento
temporaneo o occasionale. In ogni caso queste scelte dipendono dalla
pianificazione e dagli obiettivi della pubblica amministrazione a livello di
immagine notturna della città.
Quanto è importante il lighting design in
un progetto di illuminazione, indipendentemente dalle sue dimensioni,
collocazione e caratteristiche?
Per progettare un edificio serve un progetto edilizio fatto
da un architetto, un ingegnere, un geometra o un gruppo di professionisti e per
un progetto di illuminazione serve un lighting designer o progettista di
illuminazione, preferibilmente indipendente. Certo, nel caso dell’edilizia,
l’obbligo di elaborazione di un progetto è legato a delle leggi e non (come
accade invece per il progetto di illuminazione e non purtroppo per tutte le
tipologie) ad una norma. Prima o poi spero che i cambiamenti sociali e
tecnologi portino anche nuovi strumenti. Per me è abbastanza incomprensibile
che le pubbliche amministrazioni curino l’aspetto diurno della città e
tralascino quello notturno. La scenografia notturna è confinata da norme e
leggi legate principalmente ad aspetti quantitativi o di risparmio energetico
troppo astratto e che non prendono in considerazione la percezione umana e
tutta una serie di altri aspetti fondamentali per la qualità della vita. Ogni
intervento di illuminazione dovrebbe potersi basare su un piano di
illuminazione non solo della città ma regionale in modo che il risultato sia
coerente e abbia delle valenze strategiche.
Quale significato e valore
attribuisce lei personalmente a progetti specifici per l’ambito pubblico? Sono progetti che racchiudono anche un’importante
responsabilità sociale. Un progetto in ambito pubblico è complesso, sicuramente
una sfida, perché la burocrazia, in tutto il mondo, richiede molta pazienza e
molto impegno, ma è anche una bellissima opportunità. Lavorare per un
committente che rappresenta milioni di cittadini che poi utilizzeranno gli
spazi in base all’atmosfera che crea un nuovo sistema di illuminazione è molto
bello.
Lei lavora molto all’estero.
Secondo lei attualmente in Italia la cultura della luce riveste la stessa
importanza? In realtà lavoro quasi esclusivamente all’estero e
la cosa porta tante soddisfazioni. Da un lato mi disturba dover viaggiare tanto
visto che vivo a Milano, dall’altro mi chiedo perché non possa offrire le
competenze del mio studio al paese in cui abito ed ai miei concittadini. Penso
che in Italia, in questo momento, manchi la cultura del progetto in generale.
La consulenza professionale è vista come una spesa inutile e dunque superflua.
La parcella del progettista, se il progetto non è obbligatorio o se il
committente non è illuminato, è considerata solo un costo aggiuntivo. Molte
persone non sanno che la presenza di un progettista competente, comporta una
serie infinita di benefici, tra cui quello economico, che vanno ben oltre il costo
della parcella. Un altro aspetto è quello economico: in Italia i comuni non
hanno i mezzi economici che hanno i comuni di altri paesi. I progetti che fa il
mio studio sono spesso per città piccole dove aspetti come l’esigenza di un
ambiente attraente, invitante, confortevole, il rafforzamento della cultura e
l’identità dei luoghi e così via, fanno parte della strategia di ogni comune,
anche del più piccolo. La luce progettata è la risposta migliore alle esigenze
strategiche dei comuni alla ricerca del benessere e della qualità della vita
dei cittadini. Ma il fatto è che quei comuni, anche se piccoli, possono
permettersi non tanto di pagare il professionista, ma di far realizzare
progetti economicamente impegnativi.
Susanna Antico Lighting Design Studio è uno studio professionale dedito allo sviluppo di progetti di illuminazione architettonica, artistica, urbana e ambientale. La creatività dello studio si concentra sull’ideazione di identità notturne per l’architettura sostenibili e innovative, e, in parallelo, su ricerca ed educazione alla cultura della luce, nella massima attenzione per la dimensione umana. Lo studio ha sviluppato innumerevoli progetti di illuminazione urbana su diversa scala, pubblicati dalla stampa professionale in Italia e all'estero. Per maggiori informazioni SUSANNA ANTICO.
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